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Chiusura della piattaforma ODR: cosa cambia per gli e-commerce

Chiusura della piattaforma ODR: cosa cambia per gli e-commerce
24/03/2025
press

Dal 20 marzo 2025, la piattaforma ODR non riceve più reclami e, dal 20 luglio 2025, il Regolamento (UE) n. 524/2013 risulta abrogato.

La piattaforma di Risoluzione Online delle Controversie (ODR) è stata per anni uno strumento messo a disposizione dalla Commissione Europea per semplificare la gestione dei reclami e delle controversie tra consumatori e professionisti nell’Unione Europea. A fine 2024 è stato pubblicato un nuovo Regolamento abrogativo, che ha sancito la chiusura di tale piattaforma, con conseguenze di rilievo per tutti gli e-commerce che ne facevano uso o che, per obbligo legale, indicavano il relativo link nei propri Termini e Condizioni.

La piattaforma ODR  era istituita ai sensi del Regolamento (UE) n. 524/2013, con l’obiettivo di favorire la risoluzione rapida ed extragiudiziale delle controversie tra consumatori e venditori online. Gli e-commerce, obbligati a inserire un link diretto alla piattaforma nei propri T&C, potevano così gestire reclami o richieste di assistenza attraverso un sistema centralizzato, consentendo ai clienti di tentare una soluzione bonaria prima di rivolgersi all’autorità giudiziaria.

La decisione presa in seno alle Istituzioni europee segue un’indagine avviata dalla Commissione che raccogliesse contributi sull’adeguamento della risoluzione extragiudiziale delle controversie ai mercati digitali. Dai dati raccolti è emerso basso tasso di utilizzo, scarsa efficacia rispetto agli alti costi di mantenimento della piattaforma, profondo cambiamento dei mercati digitali che nel 2013 erano ancora in fase di sviluppo

Con l’abrogazione del Regolamento ODR e la conseguente chiusura della piattaforma, non è più obbligatorio (né utile) indicare il link ODR sui siti web. È tuttavia fondamentale per gli e-commerce:

  1. Rimuovere i riferimenti alla piattaforma ODR, verificando Termini e Condizioni, FAQ e altre sezioni del vostro sito per eliminare link o richiami a un servizio ormai inattivo.
  2. Aggiornare la documentazione legale: verificate che le clausole dedicate ai reclami riflettano la nuova situazione normativa e segnalate chiaramente la chiusura della piattaforma.
  3. Indicare comunque gli strumenti di risoluzione delle controversie previsti dal D. Lgs. 70/2003, come eventuali procedure di mediazione o ADR riconosciute, affinché i clienti abbiano un canale alternativo al tribunale per risolvere eventuali dispute.
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